Negli spazi della fiera del vino di Verona, gestiti dal ministero dell’Agricoltura e della Sovranità alimentare, sono state esposte due tele della Galleria degli Uffizi di Firenze
Dopo mesi di polemiche sul consumo del vino che potrebbe recare danni alla salute dell’uomo, culminati nella richiesta dell’Irlanda di poter indicare sulle bottiglie health warning come “nuoce gravemente alla salute” un po’ come avviene per le sigarette, il vino italiano, nelle consueta kermesse che si svolge ogni anno a Verona, è passato al contrattacco con una serie di iniziative per raccontare come il nettare degli Dei sia molto più che un prodotto che contiene alcol.
Vinitaly è una delle fiere del vino e dei distillati più importanti d’Europa, rivolta agli operatori del business sui mercati internazionali. L’evento nasce in Italia, a Verona, anche se c’è da dire che da subito ha avuto un’eco internazionale, con eventi organizzati negli Stati Uniti, in Cina, in Giappone e in Russia.
Quando l’arte incontra il gusto italiano
Anche quest’anno si è tenuta a Verona, nella settimana che ha preceduto le festività pasquali, la consueta rassegna sul vino. Vinitaly è oramai uno degli appuntamenti fissati sul calendario per tutti gli appassionati e i produttori di vino del mondo, giornate dedicate allo sviluppo delle relazioni tra produttori, buyer e stakeholder per condividere esperienze e competenze. Ma, per l’edizione numero 55, lo stesso Ministero dell’Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, ha voluto fare le cose in grande portando un omaggio culturale nei padiglioni della fiera per dimostrare come una realtà tutta italiana come la produzione locale di vino possa andare a braccetto anche con l’Arte e non limitarsi alla produzione, commercializzazione ed esportazione del prodotto. Era stato infatti allestito un apposito padiglione intitolato “Bacco Divino”. Una vera e propria pinacoteca allestita negli spazi gestiti dal ministero dell’Agricoltura e della Sovranità alimentare dove sono state esposte due tele portate a Verona direttamente dalla Galleria degli Uffizi di Firenze: il Bacco di Michelangelo Merisi da Caravaggio e il Bacco Bambino attribuito a Guido Reni.
Un’idea che ha stregato gli ospiti
Un’iniziativa tra le più belle ed emozionanti degli ultimi anni, una vera e propria dichiarazione d’amore per il Made in Italy, un messaggio promozionale senza precedenti. Una manifestazione per ricordare al mondo intero che il vino italiano non si riduce a un atto di mero consumo, di produzione, di commercializzazione ed esportazione, ma è molto di più profondo. “L’iniziativa che abbiamo avviato con il collega e ministro del Beni culturali, Sangiuliano”, ha spiegato il ministro Francesco Lollobrigida, “fa parte della vera e propria azione di controinformazione che vogliamo mettere in campo in difesa del vino. Un prodotto che per la prima volta in 4mila anni di storia è stato messo sul banco degli imputati da iniziative legislative che vogliono indicare in etichetta che il vino “fa male alla salute”. Il Bacco di Caravaggio e il Bacco di Guido Reni, quindi, sono stati esposti fuori dal loro ambiente naturale, anzi Il Bacco di Caravaggio in particolare fa parte dell’elenco delle opere inamovibili degli Uffizi, anche se in realtà a essere inibito è il trasloco all’estero e non lo spostamento sul territorio nazionale.