Con il termine pulizie di primavera o pulizie di Pasqua, alludiamo a qualsiasi situazione che comporta una pulizia a fondo di un luogo, ma da cosa deriva questo modo di dire?
Forse solo quando diventiamo davvero grandi cominciamo ad apprezzare veramente tutto ciò che da piccoli ci annoiava e spesso addirittura ci infastidiva. Adesso, quello che ci sembrava spesso una perdita di tempo e consideravamo solo come abitudini noiose, ripetitive e senza senso, acquista una nuova luce e lo vediamo con un interesse diverso. Parliamo delle tradizioni, ora che ne rimangono davvero poche, che ci caratterizzano come persona, ma soprattutto come popolo.
In questo caso non è certo una tradizione “piacevole”, ma è pur sempre una tradizione: le pulizie di Pasqua. Come tante altre ce la portiamo dietro di generazione in generazione, ma ci siamo mai chiesti da dove ha origine questo modo di dire, di questo vero e proprio rito?
Da cosa derivano le pulizie di Pasqua?
La tradizione delle pulizie di Pasqua deriva dalla Pesach, la Pasqua ebraica, una festività che commemora la liberazione del popolo ebraico dalla schiavitù egiziana e l’esodo verso la Terra promessa. Il termine Pesach significa infatti “passaggio”. A questo passaggio ci si prepara attraverso un rito di purificazione dell’anima, del corpo e della casa. Il pane azzimo e scondito che si mangia in questi giorni ricorda che la fuga dall’Egitto fu tanto improvvisa e frettolosa da non permettere il processo di lievitazione del pane. Quindi, per celebrare questo ricordo in questo periodo ci sono severi divieti di mangiare o bere qualsiasi cosa che possa essere stata lievitata o fermentata con lievito. Infatti si dice “pulizie di Pasqua” perché gli ebrei devono pulire le loro case anche dai più piccoli resti di chametz (cibo lievitato) con una tradizionale caccia alle briciole a lume di candela la sera prima di Pesach. Anche solo una briciolina deve essere spazzata via. E così la tradizione si è fatta largo fino a noi, passando per la tradizione cristiana che gli ha dato un nuovo significato: le pulizie diventano il simbolo della confessione, una purificazione dell’anima.
La stagione giusta per sistemare la casa
Questa tradizione è stata ripresa in diverse varianti anche in alcune regioni d’Italia, in cui questo evento veniva accompagnato a vere e proprie feste e celebrazioni, poiché associate al passaggio dall’inverno alla primavera o più in generale al cambiamento visto in chiave positiva. E’ indubbio che le pulizie domestiche siano un sacrificio per i più, solo i fanatici del pulito riescono a canticchiare mentre rassettano in casa e lavano i vetri, ma è anche indubbio che una casa pulita e profumata dà soddisfazione e un senso di rilassatezza, l’odore di pulito trasmette gioia positività. Comunque, tradizioni e culture a parte, la primavera è un ottimo momento per pulire la casa e lo è sempre stato. Prima dell’avvento del riscaldamento, durante l’inverno, le persone tenevano sempre chiuse le finestre per proteggersi dal freddo. Le case venivano riscaldate con carbone, petrolio e legna e illuminate con candele, che producevano molto fumo e cenere. La primavera, con i suoi giorni più caldi e la serate più fresche, è sempre stata, ed è tuttora, un’opportunità per rinfrescare gli ambienti chiusi per tutto l’inverno: porte e finestre possono essere lasciate aperte, l’aria frizzante e profumata è libera di circolare e la polvere può essere rimossa con più facilità, i panni lavati e la biancheria stesa al sole avranno un profumo completamente diverso e la fresca brezza del mattino ci farà sentire pieni di energia, per un’altra giornata di…pulizie pasquali!