Secondo il Codacons, la politica portata avanti dalla Banca Europea in questi mesi ha influenzato negativamente i tassi d’interesse dei mutui
Per contenere l’inflazione, che in questi ultimi tempi ha ripreso a correre come non succedeva da anni, la Banca Centrale Europea si è vista costretta ad alzare i tassi d’interesse dei mutui che oggi sono arrivati ad avere un impatto sulle rate di molte migliaia di euro in più all’anno per i consumatori.
Tutto è dipeso dall’aumento del costo del denaro e dalla linea dura assunta dalla Bce. Se infatti fino alla fine del 2022 il costo del denaro era pari al 2% con tassi al 3,2%, adesso con l’aumento ulteriore di un altro mezzo punto percentuale, raggiungendo quota 2,5%, i tassi d’interessi sono schizzati a livelli quasi impossibili.
E’ allarme per il rialzo dei tassi dei mutui
La grande corsa del prezzo del denaro rischia di tagliare fuori gli italiani dal mercato dei mutui. E’ il Codacons a lanciare l’allarme dopo che, attraverso alcune simulazioni effettuate sulle tipologie di mutuo disponibili sul mercato, più richieste dagli italiani, ha rilevato un considerevole aumento della rata mensile fino a oltre 4000 euro in più all’anno per i tassi variabili e poco più di 3000 euro per quelli a tasso fisso rispetto al 2021. Una stangata molto pesante per i consumatori già alle prese con la crisi energetica, l’inflazione che ha fatto lievitare tutti i prezzi anche dei generi di prima necessità e il rialzo del prezzo dei carburanti.
La situazione si è ribaltata
Abbiamo sempre saputo che, tendenzialmente, un mutuo a tasso fisso è sicuramente meno conveniente di quello a tasso variabile, ma avrebbe dovuto almeno proteggerci dalle oscillazioni del costo del denaro. Oggi non è più così e la situazione si è addirittura ribaltata. I continui interventi della Banca Europea sui tassi hanno fatto precipitare le cose con pesanti ripercussioni sul portafoglio degli italiani che hanno acceso dei mutui in questi ultimi mesi. Il Codacons ha infatti verificato attraverso le sue simulazioni che, nel 2021, per un mutuo a tasso variabile da 150mila euro della durata di 30 anni il migliore Taeg sul mercato era pari allo 0,48%, con una rata mensile pari a 442 euro, mentre il tasso fisso registrava un Taeg dell’1,04% e una rata mensile da 481 euro. Oggi, dopo il rialzo voluto dalla Bce, l’offerta migliore sul mercato prevede un tasso del 3,62% e una rata mensile da 663 euro sul variabile e per il tasso fisso Taeg 3,17% e rata mensile da 631 euro, con un incremento di spesa pari rispettivamente a +221 euro e +150 euro al mese sul 2021. Ovviamente la situazione diventa, se possibile, anche peggiore per chi ha preso in prestito ancora più soldi o con meno anni a disposizione per restituirli, fino ad arrivare a circa 4230 euro in più all’anno per i “variabili” e 3240 euro in più per i “fissi”.