C’era una volta il ciclomotore, il piccolo veicolo dalle ruote alte che ha trasportato intere generazioni con il vento tra i capelli
Ciao, Boxer, Califfo, Si, MBK Booster e ovviamente la mitica Vespa 50. Erano i ciclomotori che intere generazioni hanno guidato nelle lunghe estati e non solo degli anni 80 e 90 perfettamente raccontate in musica dai Lunapop di Cesare Cremonini. Un mercato infinito dove le grandi aziende facevano a gara a chi sfornava il nuovo modello, a due o a quattro tempi, ruote alte o ruote basse, l’importante era cavalcare il mito.
Nel ventunesimo secolo è tutto cambiato, l’avvento delle importanti nuove regole di sicurezza come l’obbligo del casco, ad esempio, ma anche lo sviluppo tecnologico o la demonizzazione delle due ruote per l’elevata pericolosità in mezzo al traffico urbano e a un generale aumento dei costi di manutenzione e possesso, ha portato alla crisi del cosiddetto scooter di piccola cilindrata.
La fine di un’era
Erano gli anni 80, gli anni della spensieratezza giovanile, gli anni dell’esuberanza e del divertimento, gli anni degli eccessi, i teenagers si divertivano con poco, il muretto sotto casa era lo WhatsApp del tempo e le chiacchierate potevano arrivare fino a notte fonda, guardandosi negli occhi e non su un display. Tutti però desideravano più di ogni altra cosa il primo motorino che gli avrebbe aperto le porte del mondo oltre il proprio paese o la piazza dove abitavano. I “cinquantini”, chiamati così per la cilindrata del piccolo, ma robusto motore che li spingeva, hanno davvero motorizzato un’intera generazione, oggi il mondo dei giovani è diverso e anche l’avvento tecnologico ha fatto si che il ciclomotore diventasse scooter magari elettrico. Oggi, infatti, nel nostro paese si vendono sempre più scooter e meno motorini sotto i 50 cc. Una tendenza europea che viene però portata alle massime conseguenze proprio in Italia, Paese dove è maggiormente aumentata la vendita di scooter e maggiormente diminuita quella di “cinquantini”.
L’avvento delle nuove motorizzazioni
Nel 2000 si vendevano 311.836 esemplari l’anno, oggi siamo a poco più di 20 mila unità, ma non è tutta colpa dei cinquanta, è cambiato in questi ultimi anni anche il concetto di mobilità e si è passati da un eccesso all’altro, dalle “macchinette” a 4 ruote per i sedicenni ai monopattini elettrici. Ad ogni angolo delle strade e delle piazze si possono affittare scooter, e-bike, monopattini tanto da far venire meno anche la spesa di possesso che al giorno d’oggi ha raggiunto, tra bollo e assicurazione, una voce quasi spropositata. Possedere uno scooter diventa quindi un fatto di necessità e non soltanto di svago come accadeva negli anni 80. Ora il professionista lo usa per lavorare, per spostarsi da una parte all’altra della città senza rimanere imbottigliato nel traffico e senza problemi di parcheggio, ma a quel punto servono più potenti, almeno da 125 cc. Ecco perché, dei ciclomotori di una volta, restano le sembianze nelle biciclette elettriche, quelle e-bike che, per prestazioni economia e facilità d’uso, possono fare tornare alla mente quegli anni che comunque non torneranno più.