Roma, tassa di soggiorno non pagata: processo per tanti albergatori

Finiscono a processo moltissimi albergatori a Roma, dopo la scoperta della tassa di soggiorno non pagata e il buco in Campidoglio.

Si tratta di una vera situazione incresciosa che proprio in queste ore ha messo sotto la luce dei riflettori la città di Roma, cosi come riporta il Messaggero nelle casse del Campidoglio è stato registrato un buco di 100 milioni di euro che corre anche il rischio di non venire sanato.

Tassa di soggiorno

Il tutto ha a che fare con la grande evasione della tassa di soggiorno da parte di un fornito gruppo di albergatori, evasione che pare essere andata avanti per molti anni: “Adesso, di fronte alla richiesta di condanna dei magistrati, i giudici hanno iniziato a negare la giurisdizione contabile: il caso dovrebbe finire al vaglio del giudice tributario. Un labirinto normativo che, a distanza di 5 anni dalle denunce del Comune, iniziate nel 2018, rende sempre più probabile che tutto quanto finisca in prescrizione” questo si legge sul Messaggero.

Insomma un problema non da poco, che ha portato la Procura penale ad avere deciso di mettere sotto inchiesta una cinquantina di albergatori in tutta Roma, con l’accusa di peculato che ha appunto a che fare con la decisione di non versare al Campidoglio circa un centinaio di milioni di euro di tassa di soggiorno, il tutto risale appunto all’anno 2020.

Tassa di soggiorno non pagata al Campidoglio: albergatori incastrati da una verifica fiscale

Davvero una situazione davanti alla quale nessuno si sarebbe mai aspettato di trovarsi, cosi come si legge sul Messaggero, ad avere incastrato gli albergatori è stata una verifica fiscale fatta da parre della Guardia di Finanza che ha appunto fatto notare come il contributo turistico fosse presente nella sezione entrate ma non in quella delle uscite.

Albergo Notizie.com

Dopo avere chiesto le condanne per gli albergatori, i pm contabili hanno anche sottolineato la violazione del Regolamento comunale che: “Pur non indicando la qualifica di agente contabile del gestore della struttura, prevede specifici obblighi di comunicazione, di riscossione, e di versamento al Comune“,  questo si legge in una delle ultime sentenze che trattano appunto questo argomento. Ad aggiungersi al coro anche Roma Capitale stessa che ha ammesso: “la figura di agente contabile del gestore di strutture alberghiere, sin dal momento dell’incasso del tributo”.

Infine, cosi come riporta il Messaggero, le parole ancora più chiare sono quelle che arrivano dalla Procura stessa che ha sottolineato come: “La qualificazione della struttura alberghiera come responsabile d’imposta non determina il venir meno della giurisdizione contabile e la depenalizzazione della condotta illecita del gestore non comporta il venir meno della responsabilità amministrativa”. Delle parole condivise anche dal Campidoglio, che tramite il legale Enrico Maggiore: “Siamo allineati alla Procura della Corte dei conti e stiamo seguendo i giudizi, speranzosi in un cambio di orientamento”.

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