Schizza alle stelle il prezzo della pasta, a partire dal mese di Maggio infatti il suo prezzo è aumentato e anche di molto.
Sembrano proprio essere delle brutte notizie quelle che hanno a che fare con il prezzo della pasta, notizie che potrebbero mettere in allarme i consumatori che si trovano sparsi per l’Italia.
Il prezzo della pasta sta salendo alle stelle e questo problema riguarda varie parte della nostra Penisola, il tutto è cominciato da Marzo, quando ad avere battuto il primo record è stato Ancona dove il prezzo medio si è attestato a 2,44 euro al chilo.
Seguito poi da: Modena (2,41 euro) seguita da Cagliari (2,40 euro), Bologna (2,39 euro) e Genova (2,38 euro). In media, attualmente, un kg di pasta costa in Italia 2,13 euro. Ad avere reso noti i dati è stato Asso utenti che: “ha stilato la mappa ufficiale del caro-pasta in Italia e ha deciso di coinvolgere Mister Prezzi affinché faccia chiarezza sull’andamento dei listini del prodotto immancabile sulle tavole degli italiani”.
Pasta, quale risulta essere la città meno cara?
“Va poi considerato che i prezzi del grano sono omogenei su tutto il territorio nazionale e si attestano attorno ai 38 centesimi di euro al chilo. Non si capisce quindi la ragione di differenze dei listini al dettaglio della pasta così elevate tra le varie province. Per tale ragione abbiamo deciso di inviare il nostro dossier a Mister Prezzi e al ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, affinché accertino se sulla pasta siano in corso speculazioni o anomalie atte ad alterarne i prezzi al dettaglio” sono queste le parole di Furio Truzzi, Presidente di Assoutenti.
Insomma una situazione davvero incresciosa che come detto prima sta coinvolgendo tutto il Paese e che per il momento pare avere il prezzo più economico a Cosenza dove al momento un chilo di pasta costa 1,48 euro seguita poi da Palerno e Siracusa con 1,50 euro.
“La pasta è uno dei beni più amati dagli italiani, con un consumo pari a circa 23 kg procapite in un anno, ed è evidente che listini così elevati incidono sulle tasche dei consumatori. Se lo scorso anno l’inizio del conflitto in Ucraina aveva provocato uno tsunami sui mercati delle materie prime come grano, frumento, mais, ecc., oggi la situazione appare diversa, con le quotazioni che, secondo Coldiretti, sono calate del 30% rispetto allo stesso periodo del 2022” questo conclude infine il presidente di Assoutenti, Furio Truzzi.