Secondo le ultime scoperte da parte di studiosi e archeologi, le civiltà umane di migliaia di anni fa facevano uso di sostanze proibite durante particolari funzioni o cerimonie religiose
Dalle prime comunità di cacciatori ad oggi, i nostri antenati hanno sempre cercato di raggiungere stati alterati di coscienza. Probabilmente per dimenticare la difficoltà della vita, per lenire il dolore o per raggiungere dimensioni connesse alla sfera divina, la storia dell’uomo è strettamente collegata allo sfruttamento di molte sostanze allucinogene reperibili in natura.
E’ sicuramente una delle piaghe dell’era moderna l’uso di droga che porta alla dipendenza migliaia di uomini fino ad arrivare a uccidere, costituendo uno dei business illegali più redditizi delle organizzazioni criminali nel mondo.
I nostri antenati avevano scoperto il mondo degli allucinogeni
L’ultimo dei tanti studi di questi ultimi anni, pubblicato sulla rivista Scientific Reports e condotto dagli scienziati dell’Università di Valladolid, in Spagna, non lascia dubbi sull’argomento. Le rivelazioni scientifiche su alcune ciocche di capelli, ritrovate in antichissimi luoghi di sepoltura a Minorca, hanno stabilito che i nostri antenati facevano abituale uso di droghe, molto probabilmente assunte o somministrate durante le cerimonie rituali. Quello che, più o meno dagli anni settanta in poi, risulta essere una delle piaghe più grandi della società moderna, alimentata da organizzazioni criminali senza scrupoli, è un problema che arriva da molto più lontano, addirittura dall’età del bronzo. Alcuni anni fa si è discusso molto della cocaina trovata nei capelli delle mummie egizie, altre ricerche avevano scoperto l’utilizzo dell’oppio da parte degli abitanti di Cipro vissuti anche loro più di 3000 anni fa, così come a quegli stessi anni risale il primo documento scritto in cinese che cita la cannabis, coltivata in tutta l’Asia per le sue fibre, per l’utilizzo in rituali magico-religiosi e come medicinale. Anche nell’America pre cartelli della droga colombiani le droghe erano una parte fondamentale di molte culture. I popoli amazzonici, per esempio, utilizzavano il decotto di ayahuasca per indurre stati di trance. Gli Aztechi e i Maya erano profondi conoscitori di un complesso insieme di sostanze psicoattive, che usavano nel corso delle cerimonie.
La scoperta nell’isola delle Baleari
L’ultima scoperta in ordine di tempo arriva quindi dalla Spagna e più precisamente dalle Baleari. Il team, guidato da Elisa Guerra-Doce dell’Università di Valladolid, ha analizzato delle ciocche di capelli umani prelevate dalla grotta di Es Càrritx, un antico luogo di sepoltura a Minorca. La scoperta fatta ora potrebbe avere una valenza maggiore in quanto fino ad oggi gli archeologi avevano ipotizzato l’uso da parte dei nostri antenati di sostanze oppiacee e allucinogene studiando i resti in contenitori come anfore o brocche o analizzando delle incisioni artistiche e rupestri. Questa volta, invece, nella a grotta di Es Càrritx, occupata per la prima volta circa 3.600 anni fa e che conteneva una camera utilizzata come spazio funerario fino a circa 2.800 anni fa, sono state ritrovate ciocche di capelli arrivate intatte fino ai giorni nostri. L’analisi di queste ciocche non ha lasciato dubbi rivelando l’importante scoperta. Le successive analisi infatti hanno scoperto la presenza di scopolamina, efedrina e atropina nei campioni considerati, che confermano che gli uomini nell’Età del bronzo consumavano piante allucinogene, come la Mandragora autumnalis, l’Hyoscyamus albus, la Datura stramonium e l’Ephedra fragilis.