Primo esperimento di clonazione animale con l’ausilio dei robot e senza l’intervento della mano dell’uomo. Ma…
L’impresa è stata realizzata lo scorso marzo, quando una madre surrogata ha dato alla luce sette maialini clonati presso il College of Artificial Intelligence della Nankai University di Tianjin. L’intero processo sarebbe avvenuto in modo automatizzato, senza il minimo intervento umano.
Il primo maiale clonato dall’intelligenza artificiale
Sapevamo che questo momento sarebbe arrivato, prima o poi. Il momento in cui la fantasia avrebbe superato anche la realtà, che la scienza avrebbe superato anche la fantascienza. Infatti in Cina un team di scienziati dell’Università di Nankai, a Tianjin, ha clonato per la prima volta dei maiali utilizzando solo robot senza l’ausilio dell’essere umano. A darne notizia è il quotidiano di Hong Kong, South China Morning Post, che mette in risalto l’importanza anche commerciale della scoperta avvenuta nel marzo scorso. Fino ad ora l’intelligenza artificiale aveva soltanto “aiutato” gli scienziati dell’università cinese, questa volta il robot ha fatto tutto da solo senza l’ausilio delle mani dell’uomo. “Ogni fase del processo di clonazione è stata automatizzata e non è stata coinvolta alcuna operazione umana”, ha dichiarato Liu Yaowei, uno dei membri del team che ha sviluppato il sistema. Il ricercatore ha inoltre fatto sapere che l’assenza dell’intervento umano avrebbe aumentato le chance di riuscita del processo di clonazione.
Una svolta anche dal punto di vista commerciale
Siamo veramente davanti a un fatto epocale perché una madre surrogata che dà alla luce sette maialini clonati apre prospettive enormi anche in altre applicazioni. La Cina è da sempre la maggiore consumatrice di carne suina al mondo, sono circa 30-35 i kg di consumo annuo pro capite e ogni anno il Paese è costretto a importare milioni di tonnellate di carne, con conseguenti costi altissimi. La clonazione mandata a regime potrebbe portare la Cina a diventare autosufficiente. Ma questo ha bisogno di velocità e di perfezione nell’operazione di clonazione, possibilmente senza margine di errore. Da quando è stata inserita la robotica per portare avanti questo genere di esperimenti, la percentuale di errore è passata dal 21% al 27%, mentre quella umana resta ferma al 10%. Ecco spiegato il motivo dell’interesse cinese per questo nuovo utilizzo sempre più spinto dell’intelligenza artificiale. “Il nostro sistema basato sull’intelligenza artificiale è in grado di calcolare la tensione all’interno di una cellula e di indirizzare il robot a usare una forza minima per completare il processo di clonazione, riducendo così i danni alle cellule causati dalle mani umane”, ha concluso Liu Yaowei.
L’unico dubbio riguarda la fattibilità del progetto a livello mondiale. Oltre alla Cina infatti non ci sono al momento altri Stati pronti a seguire questi esempio.