Ecco come la natura sta modificando l’aspetto dell’uomo, che nel prossimo millennio assumerà connotazioni clamorose
Quanto tempo al giorno passiamo davanti ai telefoni, ai tablet e guardando il pc? Quante energie fisiche e mentali consumiamo quotidianamente per stare dietro agli apparecchi elettronici? Da un recente studio tanto, forse troppo. Tant’è vero che gli smartphone dovrebbero modificare non solo la nostra vita sociale, ma anche il nostro aspetto fisico. Lo studio condotto svela uno scenario terribile, che stiamo disegnando con il nostro modo di fare.
Se è vero che la tecnologia sta migliorando la nostra vita, accorciando le distanze, i tempi e regalando da un punto di vista scientifico soluzioni sempre più innovative (ogni giorno si studiano nuovi e più aggiornati sistemi che ci permettono di migliorare la nostra vita) è anche vero che il nostro modo di fare rischia di diventare un arma a doppio taglio. Per molti il cellulare è diventato un inseparabile compagno di viaggio. Da seguire continuamente e da consultare in ogni secondo della giornata. Per rimanere aggiornati, per comunicare, per parlare con persone lontane.
Gli smartphone, i tablet, i personal computer aiutano la vita di tutti i giorni, ma rischiano di causare dei danni incredibili alla nostra salute. E modificare il nostro aspetto. Si, avete capito bene: l’utilizzo dei telefoni e dei tablet, può modificare il nostro fisico, in modo irreparabile. Uno studio realizzato dall’azienda Maple Holistics, ha dimostrato come gli esseri umano sono destinati a cambiare nel corso del prossimo millennio. Una trasformazione clamorosa e che rischia di provocare danni inaspettati.
La tecnologia e il modo in cui si utilizza, rischia di trasformare il nostro fisico. L’uomo del 3000 rischia di essere curvo, con un cervello più piccolo e con le mani completamente trasformate. Secondo lo studio infatti, nel prossimo millennio saremo tutti gobbi, con una testa più grande, un cervello più piccolo e con mani completamente trasformate rispetto ad oggi. Le nostre dita si trasformeranno in veri e propri artigli, mentre i nostri occhi (secondo quanto ipotizzato) diventeranno spiritati. Gli scenziati hanno realizzato una donna virtuale: un prototipo, che hanno chiamato Mendy, realizzata in 3d.
Ecco Mendy
Mendy ha impressionato gli studiosi: mostrava una curvatura evidente della colonna vertebrale e un portamento che si protrae in avanti. Un’incurvatura figlia della posizione che assumiamo oggi davanti al computer. Il collo risulta robusto, con muscoli più forti (a causa della nostra postura che ci porta a chinarlo in avanti per guardare lo smartphone) e le nostre mani, abituate a tenere sempre il cellulare, prenderanno la forma di un artiglio, mentre le braccia si piegheranno a 90 gradi.
Gli occhi però subiranno la trasformazione più terribile: per filtrare la luce eccessiva dei dispositivi elettronici svilupperemo una seconda palpebra oppure una lente dell’occhio capace di bloccare la luce blu.