Maggio è il mese del Giro d’Italia, una delle competizioni sportive più antiche e gloriose del nostro Paese, ma proviamo a scoprire l’origine del ciclismo
Il Giro d’Italia è una delle manifestazioni sportive di maggior prestigio del nostro Paese, la cui storia affonda le radici in un passato in cui il ciclismo era il vero sport nazionale, più importante persino del calcio. Atleti straordinari erano capaci di entusiasmare le folle e rivalità storiche, come quella tra Coppi e Bartali, non avevano niente da invidiare a un classico derby di Roma o Milano.
Il primo prototipo di bicicletta venne realizzato nel 1817 dal barone tedesco Karl von Drais. Il suo oggetto era ben lontano da essere una vera bici (conosciuto come “dandy horse”) ma servì sicuramente da ispirazione per chi in seguito sviluppò le prime bici con la forma e la struttura più simili a come le conosciamo oggi.
Dal velocipede alle biciclette ultraleggere di oggi
Con la primavera arriva puntuale anche la corsa a tappe più famosa in Italia, il Giro d’Italia, giunto quest’anno alla edizione numero 114. Una gara che ha sempre entusiasmato gli appassionati e non solo, perché nella sua storia ha attraversato strade, piazze, paesi, piccole e grandi città da nord a sud riunendo così l’intera nazione. La prima edizione del Giro risale al 1909, la prima gara ufficiale riconosciuta di ciclismo invece è datata 31 maggio 1868 e si svolse in un parco di Parigi, anche se la prima bicicletta, come detto, fu inventata nel 1817 senza pedali e doveva essere spinta con i piedi dallo stesso ciclista. Per vedere le prime vere biciclette, chiamate velocipedi, realizzate in Francia, dovremmo aspettare ancora alcuni anni e all’inizio non tutti compresero davvero le potenzialità del mezzo. Oggi è uno dei mezzi più utilizzato dalle varie popolazioni, negli Stati Uniti soltanto l’1% dei viaggi vengono svolti in bici, in Italia la percentuale sale al 5%, mentre nei Paesi Bassi si incrementa fino al 30%. A questo proposito è stato studiato che se gli statunitensi raddoppiassero l’uso della bici in città, risparmierebbero 3,5 miliardi di litri di benzina all’anno.
In giro per l’Italia
Il Giro d’Italia, una delle tre grandi corse europee a tappe insieme al Tour de France e la Vuelta spagnola, nella sua prima edizione prevedeva 8 tappe e 2.447 chilometri, partì alle ore 2:53 dal rondò di Loreto a Milano. Il trionfatore del 1° Giro d’Italia della storia fu Luigi Ganna che si aggiudicò il premio in denaro di 5.250 lire (circa 100.000 euro). Il tragitto della gara varia di anno in anno e attraversa gran parte dello Stivale, tra salite di montagna (da sempre le tappe più spettacolari per le emozioni che regalano) e tratti pianeggianti. A volte il percorso “sconfina” anche in altri Paesi per scopi promozionali o ricorrenze particolari. Ma con una bicicletta si può arrivare dovunque, come dimostra l’impresa dell’americano Fred Birchmore, che nel 1935 decise di percorrere 64.373 km compiendo il primo giro del mondo sulla sua bici, oggi conservata al National Museum of American History di Washington. Nel 1985, John Howard, un ciclista statunitense stabilì il record di velocità in bici, raggiungendo i 152 km/h in scia a un’auto appositamente progettata per creare un vuoto d’aria. Il record restò imbattuto fino al 1995 quando il ciclista olandese, Fred Rompelberg, raggiunse un record incredibile di 268.831 km/h, un limite tutt’ora imbattuto.