ARERA ha comunicato il valore della materia prima gas di marzo, in calo anche rispetto alle riduzioni dei primi mesi dell’anno, ma i prezzi possono riservare ancora sorprese
Il prezzo del gas è tornato finalmente sui livelli pre-Ucraina e viaggia sotto i 40 euro per megawattora. L‘Osservatorio dei conti pubblici ha segnalato che il gas ha perso il 4% dal mese precedente, scendendo del 54% rispetto allo scorso anno alleggerendo decisamente la bolletta energetica delle famiglie.
Il PSV (Punto di Scambio Virtuale) è il riferimento di prezzo a cui sono indicizzate le principali tariffe variabili del Mercato Libero. Il prezzo della Tariffa di Tutela gas è fissato da ARERA sulla base del PSV alla fine di ogni mese (come stabilito nei mesi scorsi).
Il prezzo continua ancora a scendere
Era dal gennaio del 2022 che sul mercato di riferimento di Amsterdam il prezzo del gas non scendeva così in basso, lanciando segnali positivi per tutto il settore energetico e di conseguenza per il portafoglio delle famiglie italiane. Il prezzo del gas viaggia sotto i 40 euro per megawattora, più precisamente, nelle proiezioni del mese di maggio dovrebbe scendere di oltre il 3% a 38,5 euro, il 4% in meno rispetto al mese di marzo, il 54% in confronto al pre-guerra, ma resta ancora più alto del 241% sul pre-pandemia. Insomma, gli italiani intravedono un rallentamento importante della corsa delle bollette in vista anche della bella stagione che ridurrà, a prescindere, il consumo del combustibile.
I motivi dei ribassi
Risuonano ancora sinistre le sirene degli allarmi lanciati da più parti esattamente un anno fa, quando si ventilava un inverno durissimo per la scarsa disponibilità di gas necessario a riscaldare le nostre abitazioni, con conseguente ulteriore sostanzioso rialzo dei prezzi, e i consigli di munirsi di coperte e maglioni pesanti per superare il “generale” inverno. Per fortuna le cose sono andate molto diversamente, complice un inverno davvero mite sulle nostre regioni, che comunque ha portato ad altri problemi come lo scarso approvvigionamento di acqua per i nostri bacini idrici principali. Causa di una domanda molto debole in questi mesi che ha consentito così un notevole stoccaggio di riserve di gas liquefatto e di fatto ha fatto abbassare la quotazione del combustibile fossile. In Germania i serbatoi sono pieni per il 65%, mentre in Spagna per l’87%, i due paesi che ospitano la maggior parte dei terminali di gas naturale liquefatto in Europa fanno capire quanta riserva sia stata accumulata. Il futuro resta però ancora incerto per via della volatilità del prezzo del gas legato chiaramente molto al clima, ecco che un’estate molto calda ridurrebbe i livelli idroelettrici e un successivo inverno freddo potrebbe far rimbalzare nuovamente verso l’alto il prezzo delle bollette.