L’ultima è la maschera dell’attaccante del Napoli Osimehn diventata iconica a Napoli, ma in passato c’è stato di tutto, dalle fasce per i capelli alle bende portafortuna fino al caschetto in testa
La cavalcata del Napoli lanciato verso il terzo scudetto della sua storia, trascinato dai gol del nigeriano Viktor Osimehn, sta facendo impazzire tutta la città del golfo e la riproduzione della maschera che l’attaccante è costretto a indossare dopo il terribile incidente dello scorso anno oramai è arrivata a essere riprodotta sulle torte di pasticceria.
Tanti sono i gadget che i giocatori in questi ultimi anni sono stati costretti a indossare: per esigenze estetiche, come laccetti o bende per i capelli lunghi, maschere facciale per preservare da infortuni, polsini per detergere il sudore diventati dei portafortuna o i cappellini dei portieri, fino agli occhiali indossati per esigenze commerciali e tanti altri.
Oggetti diventati cult
Galeotto fu l’infortunio. La tecnologia, in questi ultimi anni, ha fatto passi da gigante anche nel trovare rimedio a un infortunio, ad esempio, facciale. Zigomo, mandibola o naso fratturato dopo l’operazione chirurgica non impediscono più a un calciatore di scendere in campo, perché protetto da una maschera in carbonio che aiuterebbe ad assorbire altri eventuali colpi. Il primo fu l’inglese della Lazio Paul Gascoigne, che tornò in campo proprio con una maschera protettiva che non gli impedì in una partita addirittura di segnare un gol. L’ultimo, il forte attaccante nigeriano del Napoli Osimehn, che da oramai un anno gioca regolarmente con una mascherina nera a proteggere quelle ossa facciali traumatizzate da un brutto infortunio lo scorso campionato. Ad ogni gol l’attaccante si libera della maschera gettandolo in aria, un gesto che è entrato nelle esultanze iconiche della stagione. Una maschera che, inevitabilmente, è sinonimo di supereroe per tutti i tifosi del Napoli. Ma non ci sono soltanto le maschere. Famosa è anche òla benda al polso di Benzema. Da sempre con lui dal gennaio del 2019, quando si ruppe il dito durante un match contro il Betis Siviglia. Nessuna operazione, sempre rimandata per non saltare mai una partita decisiva con la sua squadra. Fedele compagna oramai in tutti i trionfi del francese.
Gli occhiali come sponsor
Gli occhiali del giocatore olandese Edgar Davids sono un caso a parte. E’ difficile trovare un accessorio più iconico. Perché inusuali tra i calciatori, perché usati quasi per l’intera carriera e perché Edgar Davids era un centrocampista fortissimo. Indossati per un problema agli occhi, poi sono diventati uno sponsor personale. Nell’ottobre del 2006, dopo neanche un minuto di partita tra Reading e Chelsea, il portiere ceco Cech si butta a terra in uscita bassa, lo scontro con Hunt sembra di routine. Invece: frattura al cranio e operazione d’urgenza. Tornerà 96 giorni dopo con un caschetto che non toglierà mai più e diventerà un marchio di fabbrica.
Juan Sebastian Veron ha giocato l’intera carriera italiana, tra Sampdoria, Inter e Lazio, con una benda sotto al ginocchio destro. All’inizio per proteggere il ginocchio da un colpo ricevuto, poi soltanto come portafortuna. Infine le fasce per i capelli diventate un accessorio quasi obbligatorio visto il dilagare dei capelli lunghi tra io giocatori. Dai classici laccetti alla Nesta e Hernan Crespo, alla fascia larga di Gervinho, tutti comunque hanno caratterizzato le movenze del calciatore in questione.