Con un decreto apposito il governo ha dato il definitivo via libera, dopo un anno di prova, alla ricetta dematerializzata molto apprezzata da medici e pazienti
Finisce la sperimentazione e la ricetta elettronica diventa definitiva. Ad annunciare la grande novità è stato lo stesso ministro della Salute, Orazio Schillaci, in merito alle misure per la salute contenute nel Dl Semplificazioni approvato oggi dal Consiglio dei Ministri.
La ricetta dematerializzata è la versione elettronica della tradizionale ricetta rossa cartacea. Si tratta di un documento digitale che consente l’accesso alle prestazioni farmaceutiche e ambulatoriali (medicinali di fascia A, visite specialistiche, esami diagnostici) erogate dal Servizio Sanitario Nazionale.
Da qualche anno, la tradizionale ricetta rossa cartacea è stata sostituita dalla ricetta elettronica, o meglio, dematerializzata. In ambito sanitario, la novità è stata introdotta a seguito del processo di informatizzazione che ha previsto la totale eliminazione del supporto cartaceo a favore dell’interconnessione tra sistema di accoglienza centrale, tessera sanitaria, medici prescrittori, farmacie e strutture che erogano le prestazioni di specialistica ambulatoriale. Dopo averla prorogata in extremis alla fine del 2022, il governo ha deciso con il decreto Semplificazioni, approvato dal Consiglio dei Ministri, di porre definitivamente fine alla sperimentazione e rendere lo strumento strutturale. “Abbiamo reso strutturale la ricetta elettronica, molto apprezzata da cittadini e medici. Abbiamo ritenuto che fosse giusto porre fine alla sperimentazione e alle proroghe per semplificare il lavoro dei medici di famiglia e la vita dei cittadini”, ha dichiarato il ministro della Salute, Orazio Schillaci, dopo aver annunciato l’importante novità.
Il disegno di legge approvato contiene anche una norma per far fronte alle carenze di medicinali che modifica l’attuale normativa rendendo più tempestiva la comunicazione in caso di carenza e agevolando l’approvvigionamento dei farmaci. Ciò consentirà ai medici di valutare per tempo i farmaci da prescrivere per il regolare proseguimento della terapia, evitando disorientamento e disagio ai pazienti preventivamente informati. “Un malato cronico ha bisogno periodicamente di assumere lo stesso farmaco. Grazie a questa norma” ha spiegato il ministro, “i pazienti o chi si prende cura di loro in caso di non autosufficienza, hanno il doppio vantaggio di non dover andare ripetutamente dal medico per ritirare la ricetta e ripetutamente in farmacia per ritirare i farmaci. Non dimentichiamo che molti pazienti cronici sono persone anziane, spesso affette da più di una patologia cronica, non autosufficienti o che hanno difficoltà a spostarsi“. La ricetta dematerializzata conserva le medesime caratteristiche di quella rossa sia per quanto attiene alla capacità di prescrizione da parte del medico sia per quanto riguarda la durata temporale, che resta confermata a un anno. Presenta, però, maggiori vantaggi a iniziare dalla validità. Infatti, a differenza di quella rossa, è valida sull’intero territorio nazionale e non solo nella Regione di residenza dell’assistito.
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