strong>Cresce sempre di più l’allarme siccità nella citta di Taiwan che mette anche a rischio la produzione di chip: ecco i rischi.
Non sembra davvero esserci pace per la città di Taiwan che ancora una volta è minacciata dal problema della siccità che come conseguenza porta anche ad una carenza nella produzione di chip cosa che potrebbe anche indebolire il suo ruolo di produttore principale a livello globale.
A sottolineare questo problema è stata anche la scelta della Presidente Tsai Ing-wen, di andare a New York, irritando e non poco la Cina per il possibile incontro, il mese prossimo, con lo speaker della Camera dei Rappresentanti Usa, Kevin McCarthy. Questo suo viaggio infatti coincide proprio con questo momento legato alla siccità che minaccia la produzione di chip e favorisce le dirette concorrenti dei produttori di Taiwan,
Taiwan, si tratta del peggiore allarme siccità degli ultimi 30 anni
Insomma si tratta davvero dell’allarme peggiore legato alla siccità degli ultimi 30 anni e pare proprio che il tutto potrebbe anche proseguire fino a Maggio del prossimo anno, almeno queste sono le previsioni dei meteorologi; sarà per questo che i grandi gruppi della tecnologia sono a lavoro per studiare un metodo che possa permettere il risparmio delle risorse energetiche e idriche che prevedono la riduzione dei consumi e il riciclo delle acque reflue.
Lo stesso lavoro è quello che sta anche portando avanti l’amministrazione dell’isola di Taiwan cosi da evitare di sprecare acqua il più possibile, anche se al momento il problema legato alla risorse idriche è molto più complicato rispetto al 2021: “Corre il rischio di diventare un problema cronico” queste le parole del vice presidente dell’Università Centrale Nazionale, Wu Ray-shyan che ha poi aggiunto: “Con ripercussioni a lungo termine sull’economia dell’isola. Difficile ipotizzare cosa potrebbe accadere se l’isola perdesse il suo “scudo di silicio”, ovvero se vedesse intaccata la propria produzione di chip. Taiwan produce circa il 65% dei produttori a livello globale, e oltre il 90% dei più avanzati, e l’industria dei semi-conduttori contribuisce per circa il 15% del prodotto interno lordo dell’isola, secondo calcoli citati dall’Economist nelle scorse settimane”.