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Settimana corta lavorativa: ecco perché si può fare

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Mauro Simoncelli

Le discussioni sulla settimana lavorativa di quattro giorni sono state riaccese dalla pandemia di coronavirus, con l’utilizzo oramai diffuso dello smartworking

Il mondo del lavoro come lo abbiamo sempre conosciuto è cambiato radicalmente. A seguito della pandemia oggi milioni di lavoratori stanno godendo di ambienti e modalità di lavoro più flessibili e ora che siano tornati alla normalità, sia le aziende che i lavoratori paradossalmente non hanno intenzione di tornare indietro.

Lo smartworking ha rivoluzionato il mondo del lavoro – Notizie.com –

In vari Paesi come l’Islanda, il Giappone, la Nuova Zelanda e la Spagna sono stati lanciati dei progetti sperimentali delle risorse umane per testare la settimana lavorativa di 4 giorni, alcuni dei quali hanno fornito risultati estremamente promettenti. Mentre in Belgio la settimana lavorativa corta è già realtà.

Il mondo del lavoro è cambiato

Il mondo del lavoro per come eravamo abituati a concepirlo fino a qualche anno fa non esiste più. La pandemia, il conseguente lockdown e l’introduzione, prima obbligatoria e poi facoltativa, dello smartworking ha ridefinito il concetto stesso di settimana lavorativa. Le aziende e i lavoratori si sono resi conto che, fermo restando lo stesso carico di lavoro e ovviamente lo stesso stipendio, benefit compresi, quattro giorni possono tranquillamente bastare per ottenere lo stesso risultato. Infatti quasi tutte le aziende, nonostante si sia rientrati nella assoluta normalità, non hanno rinunciato a offrire ai loro dipendenti orario flessibile e smartworking. Questo nuovo modo di intendere il lavoro viene salutato da più parti come il futuro della produttività dei dipendenti e dell’equilibrio tra lavoro e vita privata, i sostenitori della settimana lavorativa di quattro giorni suggeriscono che, una volta implementata, la soddisfazione dei lavoratori aumenta, così come la loro produttività. In molte nazioni nel mondo si sta sperimentando questa settimana di soli quattro giorni lavorativi, in Italia se ne sta parlando con sempre maggiore frequenza, cercando di analizzare vantaggi e svantaggi di un rapporto completamente nuovo tra azienda e dipendente.

La settimana lavorativa di 4 giorni potrebbe essere vista favorevolmente – Notizie.com –

Una decisione comunque controversa

I sindacati premono per incentivare un modello più flessibile a favore dei lavoratori con proposte che vanno da 12 giorni in meno all’anno per il settore legno, ai 24 per l’alimentare, mentre per i bancari si va verso una formula economica diversa a loro vantaggio. Siamo comunque al confronto. L’idea in linea generale è quella portare alcuni contratti nazionali da cinque a quattro giorni lavorativi a settimana, alzando però fino a 10 le ore lavorate al giorno. Sono molti i dipendenti a voler concentrare la loro presenza in azienda per risparmiare denaro e tempo. Una giornata di 10 ore può apparire certamente più faticosa, ma lascia più tempo per sé da dedicare ai propri hobby e alla famiglia. Una riduzione dei costi, un aumento della produttività e impiegati più felici, sereni e meno stressati, sono i punti a favore della proposta. D’altro canto però non è un modello applicabile a tutti i settori, infatti non tutti i luoghi di lavoro si prestano.

La settimana corta può aiutare a lavorare con meno stress – Notizie.com –

Ci sono realtà lavorative dove la produzione non può fermarsi per un’intera giornata oppure dove c’è bisogno di una reperibilità continua. Inoltre non è detto che tutti accettino, per motivi diversi, i turni di lavoro più lunghi, l’Italia è molto eterogenea da questo punto di vista. Un lavoratore di una grande città, che già impiega molto tempo per tornare a casa a fine giornata, uscendo più tardi arriverebbe a sera inoltrata, con evidenti problemi in più. In definitiva, la settimana lavorativa di quattro giorni sembra lentamente, ma inesorabilmente, guadagnare terreno in tutto il mondo, pur restando da vedere se i governi adotteranno definitivamente l’idea.

Mauro Simoncelli

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