29E’ possibile avere lo stesso stipendio anche lavorando meno ore e con la settimana corte: ecco per quali settori vale.
Da qualche tempo si continua a parlare della possibilità di introdurre la settimana corta, ma qualora la cosa non andasse in porto, la soluzione potrebbe essere quella legata alla riduzione dell’orario, particolare che ben presto potrebbe arrivare anche in Italia.
Cosi come riporta Money.it infatti i Sindacati hanno presentato delle proposte che prevedono prima di tutto la riduzione degli orari di lavoro ma anche: un aumento degli stipendi ritenuto necessario per mitigare gli effetti dell’inflazione e non erodere eccessivamente il potere d’acquisto delle famiglie. E in alcuni casi le richieste arrivano a ipotizzare una busta paga più pesante di oltre 400 euro al mese.
Ma in quali settori questa ipotesi potrebbe ritenersi giusta: “I sindacati del legno arredo (Filca, Fillea, Feneal) sono stati tra i primi a proporre l’orario di lavoro ridotto per il loro contratto collettivo nazionale. In questo caso le sigle puntano a una riduzione di 12 giorni all’anno. Ancora di più chiedono i sindacati del settore bancario: 10 ore in meno al mese, pari a 16 giorni all’anno, con aumento di stipendio da 435 euro al mese. Le ore settimanali passerebbero a 35, secondo la piattaforma delle sigle sindacali: 30 minuti in meno al giorno. Un altro rinnovo in discussione è quello degli alimentari: in questo caso, oltre all’aumento da 300 euro mensili, viene chiesta una riduzione degli orari per arrivare a 24 giorni di lavoro in meno in un anno. Diversa la discussione ipotizzata per il settore delle telecomunicazioni: si potrebbe ragionare su una riduzione dell’orario che permetta di aumentare in maniera inferiore rispetto al previsto gli stipendi”.
Allora capito quali potrebbero essere i settori a beneficiare di questa novità, una importante attenzione è quella che verte sulla discussione che ha a che fare con le modalità di riduzione dell’orario di lavoro. Non è infatti detto che si tratta di giorni in meno di lavoro, è possibile che il tutto abbia a che fare con con la riduzione di un certo orario per tutti i giorni.
La settimana corta è stata inserita già anche in altri Stati, come ad esempio il Regno Unito, ma la grande novità potrebbe ben presto arrivare anche in Italia, visto e considerato che la discussione sulla riduzione dell’orario è arrivata al Governo.
“Ogni settore affronterà la questione in maniera diversa. Non ci sarà, quindi, una disciplina unica nazionale, ma le novità potrebbero arrivare proprio dai singoli rinnovi contrattuali. Al contrario, l’apporto del governo sarà fondamentale per la partita salariale, a partire dal taglio del cuneo fiscale e dalla detassazione degli aumenti contrattuali” queste le parole della segretaria confederale della Uil Tiziana Bocchi per il Messaggero.
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