Cresce sempre di più l’allarme sanità, e tra un problema e l’altro si cerca la soluzione migliore per bloccare la fuga dei medici.
Si torna ancora una volta del tema sanità e in particolare del problema legato alla fuga dei medici che sempre di più scelgono di andare via dal servizio che prestano negli ospedali italiani.
I motivi sono strettamente legati, tanto per cominciare al cosiddetto burnout, ovvero lo stress lavorativo tra le corsie degli ospedali che continua a preoccupare non solo i medici stessi ma anche le istituzioni. Ricordiamo infatti che avere dei medici che non sono tranquilli sul posto di lavoro, può essere anche un problema per le diagnosi dei pazienti che rischiano di essere vittime di errori diagnostici.
“Come ben sapete la valorizzazione del personale sanitario è un tema che ho riportato al centro dell’agenda politica del governo. Le misure inserite nel decreto bollette costituiscono un primo passo in questa direzione ed altri ne compiremo nel corso della legislatura. Ma l’impegno è quello di riuscire a far sì che tutto il nostro personale sanitario si senta gratificato nella sua professionalità, che nessun medico o infermiere si senta sopraffatto dallo stress; oltre alla valorizzazione economica, occorre rendere più attrattivo il Servizio Sanitario Nazionale intervenendo sulla riorganizzazione dei modelli, lavorando ad una maggiore appropriatezza prescrittiva e a un miglior utilizzo dei posti letto. Una sfida che richiede il contributo di tutti e che mi auguro porteremo avanti insieme” queste le parole del Ministro della Salute Schillaci dette al Congresso Fadoi, la federazione delle associazioni dei dirigenti ospedalieri internisti.
Insomma si tratta di un problema da non sottovalutare, considerando che chi lavora nelle strutture ospedaliere ha sempre a che fare con le diagnosi dei pazienti che si affidano alle loro cure per riuscire a risolvere i loro problemi.
Ed è per questo che il Ministero è a lavoro per potere riorganizzare il servizio sanitario, cominciando da un trattamento economico migliore ma anche con lo scopo di potere alleggerire i turni di lavoro, magari con l’aggiunta anche di altri specializzandi nelle corsi degli ospedali.
Insomma delle misure che si andrebbero ad aggiungere anche a quelle che già sono state varate come per esempio quella che ha riguardato lo stop al vincolo di esclusività per le professioni sanitarie fino al 31 dicembre 2025, l’incremento della tariffa oraria delle prestazioni aggiuntive nei servizi di emergenza-urgenza e l’anticipo dell’indennità di pronto soccorso al primo giugno.
“Il vero riconoscimento del nostro valore arriva attraverso il riconoscimento professionale. Bisogna far sì che i medici non si sentano soli e abbandonati. Spesso ci ritroviamo a dover far fronte a 30 pazienti contemporaneamente. Non sono pochi i colleghi che stanno decidendo di lasciare” queste le parole di Fabio De Iaco, presidente della Società italiana di medicina di emergenza e urgenza (Simeu).
Entra nel vivo la discussione per il nuovo impianto a Pietralata, ora la palla passa…
Per contrastare l'uso indiscriminato della plastica arriva l'ennesima proposta provocazione da parte della Comunità Europea…
La tennista bielorussa ha espresso il suo pensiero riguardo alla situazione del conflitto tra Russia…
Dopo l'annuncio arrivato nei giorni scorsi da parte della Tv satellitare, ora è arrivata anche…
Le parole riguardo la guerra di Henry Kissinger rilasciate in un'intervista alla Cbs hanno aperto…
Nelle ultime settimane, sta circolando una nuova truffa che prende di mira migliaia di utenti…