Il calo della produzione deciso a inizio 2023 e l’aumento della conseguente quotazione, ha portato, proprio in concomitanza del 1 maggio, allo storico sorpasso tra i due iconici formaggi italiani
Secondo i dati raccolti con delle indagini condotte nei grandi punti vendita sul territorio nazionale, il prezzo alla produzione del tipico formaggio di pecora è arrivato a superare i 14 euro al chilo, contro i 12 euro del parmigiano stagionato 24 mesi. In un anno l’aumento per il primo è stato del 30% mentre per il secondo si è registrato invece un calo del 2%.
Pecorino e Parmigiano sono due formaggi a pasta semidura dall’origine antichissima, già nel medioevo i pastori italiani realizzavano questi due tipi di formaggio usando rigorosamente il latte di pecora per il primo e quasi sempre il latte di mucca per l’altro. Latte a parte, sia per il Parmigiano che per il Pecorino occorre il caglio o di vitello o di ovino.
Sia il Parmigiano Reggiano che il Pecorino Romano sono prodotti tutelati dal marchio DOP (Denominazione di Origine Protetta) tipici della produzione casearia italiana e da sempre fanno parte della nostra cucina. Dopo aver effettuato qualche anno fa già un primo, ma significativo sorpasso sul Parmigiano, per quanto riguarda il dato sulle esportazioni, oggi il Pecorino ha anche superato “lo storico rivale” nella quotazione al chilogrammo. Infatti, secondo i dati Ismea, l‘Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare, il prezzo alla produzione del Pecorino è arrivato la scorsa settimana a superare i 14 euro al chilo, contro i 12 euro del Parmigiano stagionato 24 mesi. Ma a registrare un rimbalzo verso l’alto nella quotazione sul mercato è stato tutto il comparto latte, formaggio e uova contribuendo ad “appesantire” il paniere delle famiglie italiane. Sarà stata anche una semplice coincidenza, ma va registrato il fatto che l’aumento della quotazione del Pecorino è coincisa con le festività del 25 aprile e del 1 maggio. Feste tipiche per gustare il formaggio di pecora sulle tavole o nelle scampagnate fuori porta.
Al dettaglio i prezzi del formaggio di pecora sono arrivati a sfiorare anche i 30 euro al chilo, con il Parmigiano che invece si attesta sui 25 euro, questo per l’effetto della forbice aperta a inizio del 2023 con il calo della produzione e il conseguente aumento delle quotazioni che irrimediabilmente è arrivato fin sui banchi dei supermercati. Sulla questione è intervenuto il Codacons che in una nota ha fatto sapere che “non è più possibile attribuire la causa degli incrementi dei prezzi ai soli fenomeni del caro-bollette e guerra in Ucraina. Il governo, considerata l’escalation dei listini al dettaglio nel comparto del cibo, deve intervenire tagliando l’Iva sui prodotti alimentari, in modo da calmierare i prezzi e sostenere il potere d’acquisto delle famiglie”. Quella che per i consumatori è decisamente una brutta notizia si traduce però in una manna per i pastori sardi, negli ultimi anni in estrema difficoltà per il calo del prezzo del latte. Una vera e propria boccata d’ossigeno per tutto il comparto della pastorizia.
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