Le origini del termometro e la sua evoluzione, un attrezzo indispensabile che è passato fra le mani di numerosi scienziati
Ci sono oggetti che usiamo abitualmente, ma non ci siamo mai chiesti come siano stati inventati, da chi, e soprattutto il motivo per il quale li usiamo…nel modo in cui li usiamo. Uno tra questi è il termometro per misurare la temperatura corporea, che negli anni ha subito numerose e significative trasformazioni.
Fin da piccoli prendiamo confidenza con questo strumento che ci comunica se possiamo rimanere a casa e saltare un giorno di scuola, poi nel tempo sarà fedele compagno di vita al primo sintomo di malessere generalizzato. Il Covid purtroppo lo ha portato all’apice della catena di controllo, ma questa è un’altra storia.
La paternità del termometro la si deve a più inventori storici che hanno rivoluzionato il modo di misurare le temperature. Galeno ed Erone furono i primi a realizzare degli strumenti che evidenziassero le differenze di temperatura nell’atmosfera, dividendo i gradi di freddo, caldo, umidità e secchezza. In seguito, molto tempo dopo, Santorio Santorio, amico di Galileo e professore di Medicina all’Università di Padova e Karl Wunderlich correlarono la febbre alle diagnosi e alle relative cure di molte malattie. Ma vediamo tutte le evoluzioni di questo fondamentale strumento fino ad arrivare ai modelli ancora in fase di sviluppo. Il primo antenato dei termometri vide la luce nel III secolo a.C., grazie allo scienziato greco Filonedi Bisanzio. L’apparecchio in questione, detto termoscopio, sfruttava le variazioni della densità dell’aria indotte dai cambiamenti di temperatura, ma senza essere in grado di misurarla numericamente. Poi Galileo, nel 1593, concepì un altro modo per misurare le variazioni della temperatura sempre con uno strumento simile a un termoscopio, ma con bulbi di massa variabile all’interno di un contenitore. Ognuno di questi era contrassegnato per la temperatura che cambiava a seconda della galleggiabilità dell’acqua: alcuni bulbi galleggiavano e altri affondavano. In questo caso era il più basso a indicare la temperatura di quel momento.
Il problema principale da superare era però quello dell’impossibilità di determinare l’esatta misurazione, e fu proprio Santorio Santorio a risolverlo: inserì una scala graduata sullo strumento. Il secondo problema era dovuto alla grandezza, troppo ingombrante da trasportare e da utilizzare, visto che alcuni termometri così concepiti arrivavano a essere lunghi anche mezzo metro, oltre al fatto che richiedevano un tempo di misurazione che poteva arrivare alla mezz’ora! Il problema della grandezza di questi strumenti fu risolto da Thomas Clifford Allbutt, che nella seconda metà dell’Ottocento spopolò con i termometri tascabili, simili a quelli odierni, lunghi circa 15 cm. La svolta arrivò nel 1709, quando Daniel Gabriel Fahrenheit inventò il termometro ad alcol e poi il termometro a mercurio. Dieci anni dopo introdurrà la scala di misurazione standard che, ancora oggi, porta il suo nome.
Il termometro di Fahrenheit era un apparecchio “a liquido” consistente in un cilindro di vetro, stretto e lungo, con un bulbo ripieno di alcol, poi sostituito dal mercurio, il cui volume aumentava o diminuiva al variare della temperatura, indicata da apposite tacche. Il termometro al mercurio, usato da tutti noi fino al 2009, vietato a causa della sua possibile tossicità, funzionava attraverso l’espansione del volume del mercurio che si dilatava lungo il suo canalino e tramite la scala graduata si era in grado di leggere la temperatura precisa. Oggi il mercurio è stato sostituito da una lega di indio, stagno e gallio, detta galinstan, il termometro rimane preciso e affidabile, ma ha come unico difetto quello di essere abbastanza faticoso da abbassare dopo la misurazione. Oggi esiste il termometro digitale, munito sensori elettrici che rilevano il calore, ossia la temperatura, visualizzandola direttamente sul display. Molto più recenti sono i termometri a infrarossi, auricolari e frontali, che misurano il calore generato dalle superfici e dalle cavità, si basano infatti sulla rilevazione delle radiazioni infrarosse emesse da un corpo caldo. Il vantaggio principale di questo tipo di termometri è la loro velocità, bastano pochi secondi per misurare la temperatura. Inoltre, presto potrebbero essere aggiunte ai nostri smartphone delle lenti speciali capaci di misurare la febbre, mentre sono già disponibili app che promettono di fare altrettanto monitorando e analizzando il battito cardiaco.
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