Ogni anno che passa aumenta sempre più il dibattitto sulle conseguenze dell’eccessiva dipendenza degli adolescenti dal cellulare
Secondo una nuova ricerca americana smartphone, social e media hanno radicalmente cambiato ogni aspetto della vita degli adolescenti causando una delle peggiori crisi di salute mentale degli ultimi decenni.
Una delle discussioni più frequenti degli ultimi anni è quella relativa ai reali effetti della continua esposizione dei ragazzi, soprattutto in età adolescenziale, agli smartphone, quindi alle app e ai social in generale. Discussioni mai sedate anche a causa della difficoltà di determinare il nesso di causalità tra l’utilizzo degli smartphone e l’aumento dei problemi di salute mentale tra i giovani, considerato un fenomeno complesso e condizionato da numerose altre variabili difficili da isolare.
Una recente pubblicazione dei dati relativi a un sondaggio effettuato dal CDC americano (Center for Disease Control and Prevention) ha nuovamente riacceso l’interesse, in realtà mai sopito, sui comportamenti a rischio degli adolescenti e il loro stato di salute mentale e ciò che emerge non è per niente tranquillizzante. Il problema principale è riuscire a isolare le varie e numerose potenziali cause che hanno determinato un significativo cambiamento in negativo delle emozioni dei giovani adolescenti. Un aumento dei casi di autolesionismo, ansia e depressione nei giovani presi in considerazione, cioè la popolazione delle scuole medie e superiori, rende obbligatorio l’approfondimento delle cause e la ricerca di tentativi per migliorare la situazione. Se è vero che gli ultimi anni sono stati davvero difficili per i ragazzi, costretti a rinunciare alla socialità di cui hanno assolutamente bisogno per sviluppare la propria personalità e sentirsi parte di un mondo che li dovrebbe rendere “partecipi” e desiderosi di progettare una vita futura, lo smartphone aveva già iniziato a “isolarli”, spingendoli a una socialità virtuale e poco propensa ai contatti personali.
Infatti, uno studio della psicologa statunitense Jean Marie Twenge, docente alla San Diego State University, mostra un incremento regolare dei casi di suicidio e dei sintomi di ansia e depressione tra le adolescenti statunitensi più o meno a partire dal 2012. Inoltre, diversi analisti, tra cui l’economista Noah Smith, evidenziano che quando ancora non erano così diffusi gli smartphone, le persone controllavano i social da computer e quindi potevano farlo solo in determinati momenti della giornata. Invece, adesso, avere sempre in tasca uno strumento con notifiche sonore abilitate permette di controllare app e social senza soluzione di continuità e questo è naturalmente motivo di ansia, ed è a tutti gli effetti una dipendenza. Il giudizio degli altri è sempre a portata di mano, non dà tregua, e rende esposti a qualsiasi critica, al bisogno di essere apprezzati, di avere un numero cospicuo di amici, di postare continuamente attività interessanti e socialmente riconosciute, un grosso stress per chiunque.
Guardare continuamente dentro uno schermo porta alla riduzione dell’attenzione a tutto ciò che ci circonda. A questo fenomeno è stato dato addirittura un nome “phubbing”, da phone + snubbing (“snobbare”). Il che porta anche all’ulteriore conseguenza di non essere più capaci di valutare e considerare la realtà nel suo insieme, ma abituarsi a considerare solo i dettagli, senza avere la consapevolezza di ciò che perdiamo intorno a noi. Tutto ciò si traduce in maggiore isolamento sociale, condizione clinicamente associata a un aumento di depressione e anche di suicidi. Nell’ambito della ricerca svolta dalla psicologa Jean Twenge, i teenager hanno risposto a domande su quanto tempo passano su telefoni, tablet, computer e a quesiti sulle interazioni sociali reali e sul loro grado di felicità. La tesi della Twenge è una sola: i nostri figli sono più infelici di quelli delle generazioni precedenti. Oggi infatti sono più depressi, hanno più problemi sia a scuola sia, successivamente, nel lavoro. E sembrano meno coinvolti nelle relazioni di cui sono protagonisti. Infatti, dai risultati è emerso che gli adolescenti che hanno trascorso più tempo davanti agli schermi di vari dispostivi, videogiochi, social media, messaggi o video chat, sono meno felici dei compagni che invece hanno trascorso più tempo in attività all’aria aperta, sport, letture, e comunque mantenendo rapporti di amicizia di persona, non dietro uno schermo.
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