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E-Commerce: ecco perché sempre più italiani acquistano online

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Mauro Simoncelli

Negli anni, le abitudini di acquisto si sono evolute, complice la diffusione di smartphone e tablet, ma anche lo sviluppo di sistemi sempre più avanzati e sicuri

Gli ultimi anni hanno cambiato profondamente le nostre vite, la pandemia ha rimodellato le nostre abitudini, all’inizio forzatamente, ma si sa, una volta iniziato il cambiamento è difficile tornare indietro, soprattutto se per alcuni versi sembra aver portato più comodità e più scelta.

Gli italiani hanno scoperto l’e-commerce – Notizie.com –

Questo è quello che è avvenuto con gli acquisti. Secondo una stima il covid avrebbe anticipato di cinque anni il passaggio allo shopping digitale. Costretti in casa abbiamo plasmato i nostri comportamenti, mettendoci seduti al computer per fare acquisti, scegliendo  su vetrine virtuali, senza scomodarci a prendere l’automobile, neanche adesso che possiamo.

Un modo diverso di fare shopping

Ma come si è evoluto il commercio elettronico? In effetti la pandemia ha provocato un’accelerazione, ma già da prima esistevano i “clienti abituali”, si stima infatti che un consumatore italiano su due acquistava online almeno una volta al mese se non di più. Ciò che è stato ridefinito riguarda soprattutto le categorie di acquisto, la stima di cosa, adesso, è considerato essenziale e cosa no. L’abbigliamento, ad esempio, ha perso importanza nei mesi in cui non avevamo bisogno di cambiarci d’abito, e negli USA in particolare sono cresciuti  gli acquisti di alcolici (+16%), di materiali per il fai-da-te in casa (+14%) e, naturalmente, di generi alimentari (+12%). Con la fine della pandemia sono tornati gli acquisti per l’abbigliamento e adesso gli italiani acquistano online soprattutto cibo, vestiti, libri e articoli per la casa. Nonostante la quota di chi acquista online sia sempre più corposa, l’e-commerce resta ancora appannaggio soprattutto delle grandi aziende, che hanno visto crescere le vendite a ritmi mai visti prima, mentre le piccole e medie imprese faticano a stare al passo con i tempi ed essere competitive in rete. Sono ormai oltre 24 milioni gli italiani che hanno fatto acquisti online nel corso del 2022, ossia il 55,3% della popolazione. Una percentuale in crescita del 6% sull’anno precedente, grazie in particolare agli acquisti di merci e servizi effettuati negli ultimi tre mesi dell’anno.

La percentuale degli acquisti online è arrivata al 75% della spesa – Notizie.com –

Lo smartphone ha rivoluzionato anche l’e-commerce

Un dato interessante e davvero sorprendente è che lo smartphone batte il computer. Nel secondo trimestre del 2022 i telefoni cellulari sono stati lo strumento principale per raggiungere i siti di vendita al dettaglio, con una percentuale del 71% generando il 61% degli acquisti online. La percentuale di utenti internet in Italia è dell’82%, questo significa che su circa 60 milioni di cittadini italiani ben 49 milioni utilizzano internet. Di questi, oltre la metà, il 59% (28 milioni circa), fa acquisti online, per un totale di 31,5 miliardi di euro di vendite. Nonostante questi numeri però l’Italia è nella fascia più bassa tra i paesi Europei per l’utilizzo di internet e gli acquisti in digitale, anche se questa tendenza sta aumentando rapidamente, portandoci ad essere il paese con il tasso di crescita europeo più elevato (30%). Inoltre siamo il più grande mercato di beni di lusso a livello europeo. Il mercato dei servizi (+28% rispetto a un anno fa), invece, seppur ancora lontano dal valore 2019, cresce grazie ai risultati incoraggianti del turismo e trasporti (+33%) e dei servizi stessi (+35%), grazie alle performance molto positive del ticketing per eventi. La penetrazione dell’online sul totale acquisti retail (prodotti e servizi) nel 2022 supera l’11%. Invece, stranamente, solo un acquirente su sei comprerebbe da insegne che vendono nel negozio fisico e ora attive anche nella vendita digitale, cioè da retailer multicanale, anche se questa potrebbe essere la soluzione nel lungo periodo per stare al passo con i tempi e recuperare parte del gap.

Mauro Simoncelli

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