Che fine fanno gli abiti una volta che non si usano più: ci sono dei posti appositi in cui è possibile gettarli. Quali sono?
E’ forse la domanda maggiormente fatta da tante famiglie italiane che ancora oggi, nonostante i tanti anni che sono passati, non hanno bene chiara in mente la situazione: dove vanno gettati i vestiti che non si usano più?
Ebbene, esistono dei cassonetti appositi che ormai da moltissimi anni, sono presenti in tutte le città, stiamo parlando di quelli gialli che sono proprio utilizzati per la raccolta dei vestiti usati.
Questa è sempre la soluzione giusta, considerando anche il fatto che nella maggior parte dei casi, i vestiti che poi vengono gettati, possono anche essere riutilizzati da chi ne ha maggiormente bisogno, ovviamente nel caso in cui l’indumento in questione non sia già troppo consumato.
Come detto prima i cassonetti gialli sono quelli indicati in cui mettere i vestiti che non si usano più e in genere dopo un periodo di tempo, questi indumenti possono anche essere usati per chi ne ha maggiormente bisogno, ma purtroppo non sempre questo avviene.
Come ad esempio si legge sul Foglio, la storia dei cassonetti gialli a Roma non sembra davvero trovare pace considerando i problemi che si hanno avuto prima con una società che li ha gestiti senza avere nessun contratto con l’Ama e poi anche il coinvolgimento nell’inchiesta di mafia Capitale e cosi via, fino al servizio dismetto per due anni e poi ripreso nel 2018.
“Gli abiti dismessi non vanno alle persone in difficoltà o agli indigenti, come molti pensano. Non c’è alcun intento solidaristico: i capi messi meglio “sono avviati alla commercializzazione e alla vendita” (60%), ovvero si potranno ritrovare sulle bancarelle dei mercati e nei negozi vintage. Gli altri vengono smaltiti (5%) oppure ne viene recuperato il materiale (35%)” questo si legge sul quotidiano e ancora: “Nel corso del 2022 sono state raccolte oltre 6.600 tonnellate di indumenti usati e dalla valorizzazione di questi materiali l’azienda negli ultimi 3 anni ha realizzato fatturati per circa 5 milioni e 425 mila euro”, ha concluso infine in uno nota ufficiale proprio l’Ama.
Ricordiamo infatti che questi cassonetti hanno al loro interno un meccanismo anti intrusione e tutte le fasi della raccolta vengono sempre monitorate, eppure delle volte può capitare che qualcuno faccia il furbo: anni fa è rimasta impressa l’immagine del bambino rom gettato al suo interno.
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