Uno strumento che aiutava a rendere digeribili anche i cibi più duri, rivelatosi davvero utile in cucina fin dal 1600
Ai nostri giorni abbiamo la fortuna di poter sfruttare svariati strumenti che ci semplificano la vita, in tutti i campi. Se negli ultimi anni la tecnologia ha fatto passi da gigante, non possiamo dimenticare quanta innovazione ci fu negli anni cinquanta, soprattutto per quel che riguarda gli elettrodomestici e tutti gli attrezzi che avrebbero semplificato e velocizzato le faccende domestiche in tempi in cui la donna era spesso oberata di lavoro in casa, e allo stesso tempo cominciava ad affacciarsi sempre più nel mondo del lavoro…fuori casa.
E’ proprio in quegli anni che con lo slogan “più sapore in metà tempo” viene distribuita sul mercato la prima pentola a pressione per la grande distribuzione, cominciando a spopolare tra le donne di quell’epoca. Veloce, facile da utilizzare e bella esteticamente, queste le caratteristiche che la resero irrinunciabile in breve tempo.
Scaldando l’acqua in un recipiente chiuso si riduce la perdita di calore e nel caso della pentola a pressione, chiusa quasi ermeticamente, si blocca completamente la fuoriuscita di aria e vapore così che vi sarà al suo interno un notevole aumento della pressione che porterà l’acqua compressa dal vapore all‘ebollizione, ma non più a 100°C ma a 120-130°C e quindi gli alimenti cuoceranno prima. Per evitare che la pressione e la temperatura raggiungano soglie troppo alte la cottura è regolata da due valvole, una di controllo e una vera e propria valvola di sicurezza.
Ma chi inventò “questa tecnologia”? In realtà la cottura tramite il vapore ha origini molto antiche. Già verso il II secolo ad Alessandria D’Egitto venivano utilizzati, sembra, dei sistemi di cottura basati sulla pressione.
Poi, per qualche secolo, la cosa si è fermata lì, fino alla comparsa di un prototipo di pentola a pressione, nel 1679, ideato da Denis Papin. Il brevetto della pentola a pressione venne presentato insieme a una scritta promettente e ambiziosa: “Il presente digestore rende digeribile molte quantità di cibi, tra cui le carni più dure”. Papin nasce in Francia nel 1647, studia dai Gesuiti e si laurea in medicina, ma diventa da giovanissimo l’assistente di Christian Huygens, astronomo olandese chiamato in Francia per dirigere l’Accademia delle Scienze e dell’osservatorio astronomico.
L’ingegnoso medico chiamò infatti la sua invenzione “digesteur“, perché secondo lui la pentola aveva il potere di rendere più digeribili i cibi, però non ebbe successo. La sua idea era quella di un oggetto per la cucina destinato alle classi più povere, ad esempio a tutti coloro che avevano bisogno di estrarre elementi nutritivi dalla cottura delle ossa e dei residui delle macellazioni, ma la sua invenzione era un po’ troppo costosa. Dopo la guerra, con l’avvento dell’acciaio inossidabile il panorama cambiò e cominciò la produzione. Tra i diversi vantaggi di questa pentola c’è anche quello di risparmiare, perché riducendo il tempo di cottura si utilizza anche meno di energia, e non serve sorvegliare la cottura, basta mettere il timer. Inoltre, molto importante, questo tipo di cottura conserva meglio anche gli aromi naturali quindi non serve condire troppo e si ottengono cibi nettamente più digeribili. La cosa ulteriormente interessante è che Papin, fisico geniale, non si fermò alla pentola, ma attraverso questa esperienza maturò le sue idee sul funzionamento del motore a vapore. Pare infatti che proprio grazie agli studi che aveva condotto per cucinare in modo più leggero gli sia venuta l’idea del sistema cilindro-pistone.
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