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Tecnologia

Tutor e autovelox: ecco come funzionano e scoprono la nostra velocità

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Carlo Roscito

Sono i dispositivi tecnologici che permettono di controllare l’andatura delle vetture nei tratti sotto osservazione o più pericolosi. Ma in pochi sanno il modo avvengono i rilevamenti che comportano le infrazioni

Guidare a velocità moderata è essenziale per la sicurezza stradale. Migliaia di incidenti stradali annualmente vengono causati da un eccesso di velocità. Ecco perché gli autovelox, i tutor e gli autobox rappresentano una soluzione importante di prevenzione.

Nell’immagine un tutor a sinistra e un autovelox a destra (Ansa Foto) – Notizie.com

Partendo dagli autovelox, ovvero i dispositivi utilizzati dalla polizia stradale che servono a misurare la velocità di una macchina. Di solito sono utilizzati nei luoghi in cui c’è un limite di velocità basso (zone residenziali o nei pressi delle scuole). Come funziona? Possiedono un sistema di rilevamento che combina un radar alle tecnologie laser. Un veicolo passa davanti all’autovelox, il dispositivo a quel punto riesce a rilevare la velocità: se sarà superiore al consentito, verrà scattata una foto del veicolo e della sua targa. Le onde elettromagnetiche emesse rimbalzano sui veicoli che passano: in questo modo la velocità sulla velocità del ritorno indietro delle onde elettromagnetiche o del laser. Parliamo della massima accuratezza e affidabilità, la maggior parte degli autovelox moderni possono rilevare la velocità con una precisione del 99%. Se l’infrazione avviene non si scappa mica…

I tutor calcolano la velocità media su una tratta, gli autobox facili da spostare

Un cartello autostradale che indica un rilevatore di velocità (Ansa Foto) – Notizie.com

I tutor, invece, sono utilizzati per monitorare la velocità media di un veicolo su una determinata tratta. Questi dispositivi sono comunemente montati sulle autostrade e sulle strade a scorrimento veloce. A differenza degli autovelox, i tutor funzionano con due telecamere che vengono posizionate a una determinata distanza l’una dall’altra. Se la velocità media del veicolo è superiore al limite di velocità, allora il guidatore verrà multato. Infine gli autobox, cioè quei dispositivi mobili utilizzati dalla polizia stradale per monitorare la velocità in modo che viene definito “discreto”. Vengono usati in aree sensibili, come le zone di cantiere oppure le zone scolastiche. Insomma, dove c’è un pericolo maggiore. Gli autobox hanno un sistema di rilevamento simile a quello degli autovelox, ma sono molto più piccoli e possono essere facilmente spostati da un luogo all’altro.

Carlo Roscito

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