Scoperta la banda che con macchinette copia-codici clonava le carte dei clienti del ristorante, svuotando i loro conti
E’ la truffa del momento, quella più utilizzata nelle città d’arte piene di turisti tornati a visitare le nostre bellezze dopo la pausa forzata a causa delle restrizione della pandemia. L’ultima è stata scoperta a Roma, dove una banda di hacker, con la complicità di camerieri e proprietari dei locali, clonava le carte di credito degli ignari clienti.
La sempre maggiore diffusione dei pagamenti con bancomat e carte di credito ha fatto aumentare anche la possibilità di ritrovarsele clonate. La prima cosa da fare in caso di truffa è bloccare immediatamente la carta contattando il proprio istituto di credito e denunciare l’accaduto alle forze dell’ordine. Chi subisce la clonazione della carta può ottenere il rimborso dell’importo trafugato da parte della propria banca.
E’ stata soprannominata proprio così la banda di truffatori scoperta a Roma mentre si aggirava tra i locali e i ristoranti più popolari della Città Eterna a caccia di carte di credito da clonare. La banda infatti operava nel centro di Roma ed era composta da una ventina di persone esperte nella clonazione di carte di credito copiando direttamente i codici e, perché il piano funzionasse, è stata ovviamente necessaria la complicità di diversi camerieri, o di alcuni esercenti. La tecnica era ben congeniata e efficace, perché a essere raggirati erano degli ignari turisti che, per saldare il conto del ristorante, porgevano la loro carta di credito al cameriere compiacente che, prima di passarla nel vero bancomat del locale, la passava in uno skimmer per copiarne i codici e clonarla. I prelievi venivano fatti in un secondo momento, quando i malcapitati turisti avevano già fatto ritorno nei paesi d’origine.
Da anni gli inquirenti erano alle calcagna della banda che imperversava per il centro storico di Roma, soprattutto per i locali sparsi nelle zone principali del centro, da piazza di Spagna a Fontana di Trevi dal Pantheon al rione Monti. Tante infatti sono state le denunce raccolte dai turisti truffati tutti con la stessa tecnica e le stesse modalità. Ottenute le carte di credito clonate, il gruppo andava poi a utilizzarle per acquistare beni di prima necessità, come cibo o benzina, oppure oggetti più sfiziosi, come gioielli, abiti, telefoni e computer. In alcuni casi, invece, i malviventi riuscivano a ottenere dalle carte somme ben più elevate. Alcuni acquisti “più esagerati” di altri hanno condotto sulla giusta via gli inquirenti, che al termine di lunghe indagini, sono riusciti a risalire ai 20 componenti della banda, nei confronti dei quali ora pendono le accuse di associazione a delinquere, truffa, furto aggravato e ricettazione.
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