Il Governo aspetta buone notizie dall’Unione Europea sul fronte bio carburanti. Ecco perchè l’Italia sta spingendo con forza in questa direzione
L’Italia è tra i Paesi che più di ogni altro sta spingendo sui biocarburanti. Mentre l’Unione Europea sta cercando di eliminare i motori e-fuel, che dal 2035 non dovrebbero più circolare, il nostro governo sta provando ad ottenere una deroga, soprattutto sui biocarburanti. Il nostro Paese ha scritto una lettera dettagliata, firmata dai Ministri Salvini, Urso e Pichetto Fratin, per spingere Bruxelles ad una decisione favorevole e le ultime dichiarazioni che arrivano dall’Ue sembrano positive.
Il commissario all’energia dell’Unione Europea ha aperto le porte ad un accordo: “Sui biocarburanti ci sarà una trattativa”, ha dichiarato Kadri Simson. “Sì certo – ha detto rispondendo ad una domanda dei giornalisti italiani- i biocarburanti sono un argomento che viene trattato. Noi sosteniamo le iniziative a riguardo, è mia responsabilità sostenere i produttori, il supporto c’è ed è forte”. Parole che hanno scatenato l’entusiasmo dei rappresentanti del nostro governo. “La commissaria Simson ha confermato ciò che il governo ha spiegato in questi giorni. La trattativa sui bio-carburanti è aperta, e c’è da parte europea la disponibilità a discutere sulla base del principio della neutralità tecnologica. I motori endotermici non andranno in pensione nel 2035, e l’Italia sarà in prima fila sia sul fronte dei bio-carburanti, dove siamo già avanti, sia degli e-fuel, con i forti investimenti messi in campo sull’idrogeno”, ha dichiarato il ministro dell’Ambiente Picheto Fratin.
Ma perchè l’Italia spinge sui biocarburanti? E cosa sono? I biocarburanti sono vettori energetici liquidi o gassosi, adatti per l’uso nell’autotrazione, prodotti a partire da biomasse, ovvero dagli scarti e dai residui dell’attività agricola e forestale e relative lavorazioni. Vengono generalmente considerati una risorsa rinnovabile, in quanto la loro produzione si basa essenzialmente su materie prime in grado di rigenerarsi. L’Italia spinge per il loro utilizzo perchè rispetto ad altri Paesi si trova nettamente avanti.
L’Eni infatti ha aperto due raffinerie, una a Porto Marghera, bel 2014, l’altra a Gela nel 2019. Due luoghi in cui si trasforma in carburante verde di primissima qualità i cosiddetti olii vegetali usati nelle fritture o in altre lavorazioni. Si tratta dei HVO (Hydrotreated Vegetable Oil) che comprendono anche i grassi animali, gli olii estratti da colture dedicate e non in competizione con la produzione agricola. L’Eni ha come obiettivo principale quello di produrre 2 milioni di tonnellate di biocarburanti all’anno nel 2025 per arrivare a 6 milioni all’anno in un decennio. Numeri che portano l’Italia a sperare di non avere sorprese sgradite sull’argomento.
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