L’intelligence italiana ha ricostruito una fitta rete di banche clandestine che permettono di far uscire illegalmente dall’Italia i soldi dei proventi dei negozi e delle aziende cinesi in Italia
Si è ha iniziato a parlare di questo particolare fenomeno dallo scorso anno, a seguito di una relazione dettagliata, un documento elaborato dal “Sistema di informazione per la sicurezza della Repubblica” di concerto con molte attività di monitoraggio che la nostra intelligence nazionale opera per scovare canali illegittimi attraverso i quali si muove o si ricicla denaro di dubbia provenienza.
La comunità cinese è una delle più numerose e stabili in Italia, la troviamo al quarto posto tra tutte le nazionalità straniere e al terzo tra i cittadini non-comunitari per numero di presenze. Presenza che negli ultimi decenni si è più che decuplicata passando da meno di 32.000 presenze nel 1997 a 309.110 alla fine del 2017.
La Cina nel nuovo millennio è diventata una potenza economica con l’affermazione di marche globali, l’acquisto di imprese occidentali e la presenza finanziaria nei mercati internazionali. I cinesi in Italia hanno conquistato un’ottima posizione nel mercato del lavoro e sono diventati una componente stabile della popolazione. Oramai c’è più di una generazione che è nata in Italia e si è anche integrata nel tessuto sociale. Ma tutto questo ha portato al rovescio della medaglia di interessi trasversali da parte della cosiddetta mafia cinese che opera senza remore anche nelle nostre città. Il grande giro d’affari delle attività gestite dai cittadini cinesi in Italia ha fatto gola a chi vive comunque borderline che avrebbe deciso di aggirare il fisco italiano per non pagare le tasse sul nostro territorio. L’azione investigativa della nostra intelligence è partita molti mesi fa e ci si è resi conto che, mentre le rimesse dei lavoratori pakistani, bengalesi e filippini verso i loro rispettivi Paesi sono aumentate negli ultimi 6 anni, quelle dei cinesi sono crollate da 237 milioni nel 2016 a 15 milioni nel 2022. E la crisi legata alla pandemia non c’entra nulla, perché questa repentina flessione era iniziata già nel 2018-2019. Basti pensare che solo le rimesse da Roma sono passate da 1,4 milioni di euro nel 2012 a 732mila euro nel 2019.
Si è scoperta quindi la presenza di vere e proprie banche clandestine presenti sul nostro territorio, soprattutto in alcune grandi città, che operano spostamenti non tracciati di somme di denaro all’estero. Le somme vengono occultate all’interno delle attività commerciali dove i depositi di denaro restano fino al momento del trasferimento contante in Cina. In particolare è stato calcolato un flusso di circa 300 milioni di euro nascosti in quelli che sembrerebbero dei semplici negozi gestiti da cittadini cinesi, dietro i quali ci sarebbero però delle vere e proprie banche illegali e clandestine, dove i soldi verrebbero fatti confluire per poi imbarcarsi verso la madre patria, sfuggendo al controllo e soprattutto alla sacrosanta tassazione del fisco italiano. Con questo sistema anche i ricavi della criminalità, frutto prevalentemente del narcotraffico, vengono riciclati e spostati virtualmente all’interno e all’esterno dei confini nazionali da una “filiale” all’altra. Questi spostamenti di denaro, per arrivare in Cina, viaggiano anche tramite voli di linea visto che la Guardia di finanza e la Dogana, all’aeroporto di Fiumicino, hanno più volte intercettato casi conclamati di contante stipato in valigia di passeggeri su voli diretti a Hong Kong o nelle città cinesi.
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