Non importa se l’auto d’epoca o storica sia stata ereditata e non importa se sia malmessa, per il Redditometro si tratta comunque di un bene di lusso
Nel linguaggio comune sotto la generica locuzione di “auto d’epoca” ricadono sia quei pregiatissimi pezzi da collezione posseduti da pochi fortunati, sia le acciaccate utilitarie immatricolate qualche decennio fa. Anche se le prime sono perfetti esempi di come meccanica e design possano sposarsi generando meraviglie valorizzate nel tempo e le seconde al contrario, molto spesso, sono semplicemente macchine vecchie.
Le auto storiche sono invece vecchie automobili iscritte all’Asi, l’Automotoclub Storico Italiano, hanno sì interesse collezionistico, ma possono ancora circolare liberamente, purché nel rispetto delle zone interdette ai veicoli più inquinanti in quanto non più in grado di rispecchiare i parametri imposti dai Comuni. Entrambe comunque hanno un valore fiscale da pagare.
La passione degli italiani per l’auto è sempre stata molto elevata, ci piace curarle, tenerle in perfetto ordine a volte anche in maniera maniacale, soprattutto quando siamo di fronte a un modello molto ricercato o semplicemente molto curioso. Ma possedere un modello prodotto molti anni fa e rimesso in funzione in tutto il suo splendore, potrebbe portare delle conseguenze dal punto di vista fiscale, perché paradossalmente per le Agenzie delle Entrate una macchina d’epoca fa presagire un tenore economico elevato. Questo perché la ricchezza di un’auto d’epoca viene racchiusa in più elementi, sicuramente quanto più questi sono originali, perfetti e impeccabili, tanto più queste vetture saranno ricercate dai collezionisti e appassionati, che per averle o avranno pagato molti sodi o ne avranno spesi altrettanti per riportarle all’antico splendore. Infatti con l’ordinanza numero 36123 del 2022 la Corte di Cassazione ha messo nero su bianco che il possesso di un’auto d’epoca, o anche di solo interesse storico, è uno degli indici di capacità reddituale e contributiva di cui tiene conto il Redditometro.
Secondo la normativa un’auto diventa d’epoca dopo 30 anni dalla sua costruzione, mentre per le auto storiche ne bastano 20. Il solo possedere un’auto d’epoca rappresenta quindi l’alta capacità reddituale del proprietario per mantenere tale nel tempo. Applicando il Redditometro alle vecchie automobili può crearsi così la paradossale situazione secondo la quale un’auto d’epoca malmessa e non marciante, magari non acquistata, ma ereditata, e alla quale non si faccia manutenzione da molti anni può essere comunque considerata un bene di lusso attenzionato dal Fisco perché potrebbe prevedere nel futuro prossimo una restaurazione, che comporterebbe quindi un esborso economico. Un’auto storica, a prescindere dal suo valore intrinseco, costituisce un “idoneo indice di capacità contributiva, in quanto notoriamente collegata a spese a volte anche ingenti”.
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