Gli ultimi aumenti dei carburanti non influiscono soltanto sul pieno della nostra vettura, ma anche per le compagnie aeree è diventato un grosso problema
Tempo di pianificare le prossime vacanze e dopo le riaperture totali dal post pandemia in molti stanno progettando mete esotiche o comunque lontano da casa. L’aereo resta quindi il mezzo più veloce per fuggire in quel mare esotico o per visitare la capitale tanto sognata, ma non abbiamo mai pensato a quanto possa influire il costo del carburante sul prezzo finale del biglietto.
Gli aerei hanno dimensioni enormi e possono trasportare centinaia di passeggeri contemporaneamente, coprendo grandi distanze in poche ore, ma poche volte capita di chiederci quanto carburante serve per raggiungere una destinazione in assoluta comodità.
In questo periodo dell’anno molte persone stanno iniziando a pensare alle vacanze estive o a qualche fuga nei weekend primaverili. È molto probabile, dunque, che si vada direttamente alla ricerca dei siti delle compagnie aeree per organizzare viaggi nelle mete più diverse. Scatta soprattutto la ricerca del volo low-cost per provare a risparmiare il più possibile, senza immaginare che il prezzo finale, magari anche abbastanza conveniente, è influenzato dal costo del kerosene. Fare “il pieno” per un aereo non è come fermarsi alla pompa di benzina con l’automobile, i serbatoi di un aereo vanno riempiti ovviamente per garantire la copertura della tratta, ma senza appesantirlo troppo con carburante in eccesso provocando un maggior consumo. Resta quindi un’operazione delicata, fatta con metodi matematici precisi perchè deve tenere conto di diversi parametri.
Innanzitutto, è importante sapere che il motore a reazione consuma un chilo di carburante al secondo: si tratta quindi di 1.25 litri circa. Il consumo di un aereo viene stimato secondo alcuni precisi parametri come la distanza che l’aereo deve percorrere, le condizioni meteorologiche che incontrerà durante il tragitto, il suo peso e il peso dei passeggeri e dei loro bagagli. Sfruttare i venti o determinate correnti ascensionali può aiutare l’aereo a consumare meno, quante volte ci sarà capitato di notare che un viaggio di ritorno in Europa è durato meno dell’andata? Ecco, anche il quantitativo di carburante consumato sarà stato quindi inferiore. I consumi medi in Italia e in Europa, ad esempio, sono maggiori rispetto a quelli delle tratte intercontinentali. Ciò è dovuto al fatto che nelle fasi di decollo e atterraggio i piloti spingono i motori al massimo ed è in questi momenti che il carburante brucia maggiormente. Al contrario, un volo più lungo con un Boeing 747 o l’Airbus, come può essere un Milano – New York, richiederà un consumo minore di carburante rispetto a una tratta nazionale della durata di 1 o 2 ore. Se si considera che uno degli aerei più grandi al mondo, l’Airbus A380, può imbarcare 310.000 litri di carburante, stimando che un litro di kerosene costi 1 euro, il pieno di questo aereo costa circa 310 mila euro. Se invece si prende come riferimento un aereo di linea per voli di medio raggio, come il Boeing 737, il suo serbatoio ha una capacità di circa 26.000 litri e, con la stima del kerosene a 1 euro per litro, il pieno a questo aereo costa circa 26.000 euro.
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