Social media e il loro impatto su bambini e ragazzi, un fenomeno sempre più all’attenzione di esperti e pedagoghi
Sembra banale, ma potrebbe essere proprio così, si stava meglio quando si stava peggio? Per alcuni versi si. In questo periodo storico siamo completamente immersi o addirittura rapiti da tutto ciò che si può definire tecnologico, e se è vero che le nostre vite sono migliorate è pur vero che in alcuni casi si è andato oltre, con dubbi effetti sulla stessa salute.
Tra i social più usati dai giovani TikTok ha superato Snapchat insieme anche a Instagram che risulta essere ancora molto in voga tra i teenagers. Perde posizioni Facebook che già da tempo aveva perso appeal tra i giovani ed è rimasto quello più usato dagli adulti.
Uno di questi casi riguarda soprattutto i ragazzi, soggetti vulnerabili per il solo fatto di essere in un momento della vita in cui tutto è ancora da definire, dalla personalità fino alla propria collocazione nel mondo. Il mondo che adesso, troppo spesso, vedono attraverso un social, dove tutto non è esattamente come sembra. In linea di principio la confidenza con la tecnologia è un bene, ma il timore è che i ragazzi non riescano a prenderne la giusta distanza. Uno studio pubblicato qualche giorno fa sulla rivista JAMA Psychiatry indaga sugli effetti prodotti dall’esposizione ai social in relazione al tempo trascorso su di essi. Emerge che gli adolescenti che trascorrono più di 3 ore al giorno sui social media hanno maggiori probabilità di sviluppare problemi di salute mentale, tra cui depressione, ansia, aggressività e comportamento antisociale. Kira Riehm, ricercatrice presso il Dipartimento di salute mentale della John Hopkins University Bloomberg School of Public Health di Baltimora, nel Maryland (USA) spiega “Il nostro studio mostra che gli adolescenti che passano più tempo sui social media hanno maggiori probabilità di segnalare disturbi del comportamento ‘interiori’ un anno dopo. Non possiamo concludere che i social media causino problemi di salute mentale, ma pensiamo che passare meno tempo sui social media potrebbe migliorare la salute degli adolescenti. I social media hanno la capacità di collegare gli adolescenti che potrebbero essere esclusi nella loro vita quotidiana. Dobbiamo trovare un modo migliore per bilanciare i benefici dei social media con possibili esiti negativi sulla salute“. Riehm aggiunge: “Stabilire limiti ragionevoli, migliorare la progettazione delle piattaforme di social media e focalizzare gli interventi sull’alfabetizzazione mediatica sono tutti modi in cui possiamo potenzialmente trovare questo equilibrio”.
Infatti, diversi studi affermano che in realtà non è chiaro se l’uso dei social porti a una maggiore depressione o se questi sintomi inducano le persone a cercare di più i social. Rimane il fatto che maggiore è il tempo trascorso sui dispositivi digitali, più alti sono i livelli di depressione. Questo perché è facile sentirsi inadeguati guardando ciò che condividono gli altri sui social media, guardando conoscenti partecipare a eventi a cui non siamo stati invitati, sentire la pressione di postare qualcosa di socialmente attraente, ed è altrettanto facile in queste situazioni soffrire di ansia, insicurezza, tristezza e scarsa autostima. Tutti fattori di stress che si accompagnano a una sorta di dipendenza che porta a controllare costantemente i propri profili social e ad avere difficoltà a distaccarsi. Lo studio ha rilevato inoltre che tra chi usa i social media, cioè circa 4 adolescenti su 5, il 32% lo fa per meno di 30 minuti, il 31% tra 30 minuti e 3 ore, il 12% dalle 3 alle 6 ore e solo l’8% per più di 6 ore al giorno. E’ anche emerso che il 9% degli intervistati hanno disturbi del comportamento definiti “interiori” come depressione o ansia, mentre il 14%, solo disturbi “esteriori”, ad esempio una maggiore aggressività. È importante tenere presente però come non tutti i giovani utilizzino i social media allo stesso modo e che in alcuni casi usufruire di tali piattaforme non sia del tutto negativo. Condividere momenti con persone distanti e poter condividere il proprio pensiero può risultare molto gratificante.
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