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14 milioni di posti di lavoro in meno: ecco le professioni coinvolte

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Argia Renda

Brutte notizie per il mondo del lavoro, nei prossimi anni si andrà verso una scomparsa di circa 14 milioni di posti di lavoro.

Si tratta di notizie davvero pessime che hanno a che fare con il mondo del lavoro e in particolare con la perdita di alcuni posti di lavoro che hanno a che fare con delle professioni specifiche.

Lavoro, Notizie.com

Sembra infatti che l’ultimo report del World Economic Forum, dal titolo “Futuro del lavoro”, non può fare altro che confermare quello che in realtà si temeva già da tempo e che ha a che fare con i prossimi 5 anni: “Verranno creati almeno 69 milioni di posti di lavoro, ma ne potrebbero sparire circa 83 milioni. In altre parole: nei prossimi 5 anni potrebbero esserci 14 milioni di posti di lavoro in meno. Eppure secondo altre stime il saldo potrebbe essere addirittura in positivo”.

La cosa importante infatti da tenere a mente è che il risultato di questo report ha a che fare con un sondaggio che è stato realizzato su 803 imprese internazionali che sono da sempre impegnate in diverse settori professionali. Cerchiamo però di entrare nel dettaglio.

Lavoro, si va davvero verso una maggiore disoccupazione?

Insomma i dati che abbiamo appena letto sono davvero cosi allarmanti come si pensa, il report pare proprio parlare chiaro, anche se il sondaggio pare essere stato portato avanti focalizzandosi su 803 imprese che sono appunto impegnate in diversi settori.

Lavoro, Notizie.com

Cosi come si legge su questo report che si concentra sul futuro e in particolare sui prossimi cinque anni, la cosa da tenere a mente e che pare essere cominciata anche dopo il periodo legato alla pandemia, coinvolge dei settori fondamentali, che sono: ladisoccupazione superiore a livelli pre pandemiasalari stagnanti e bassi, ma soprattutto un ampio gap tra lavori richiesti e competenze di chi cerca lavoro. Temi sul quale anche il Governo adesso incarica dovrebbe prestare attenzione.

Infine, la cosa da tenere a mente è che la sfida principale è quella di formare nuovi lavoratori che possano occuparsi della tecnologia e della cura delle persona, infatti se da un lato ci sono dei lavoro per cui l’uomo può essere sostituito dall’IA, ci sono invece settori in cui l’uomo è davvero necessario e insostituibile e su questo bisogna restare concentrati.

Argia Renda

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